Da cosa è composto un albero?

Send Us a Sign! (Contact Us!)
Word PDF XPS XML

Può apparire una domanda banale, ma quanti sanno da quali elementi è composto un albero e come interagisce con l'ambiente circostante?

Le radici

L'importanza di questo organo di solito sfugge all'osservazione a causa del suo sviluppo sotterraneo; l'ampiezza del sistema radicale di un albero di solito corrisponde allo sviluppo del suo sistema aereo, ossia alla chioma. Esistono diversi tipi di radice:

  • radice a fittone, formata da una robusta radice principale che si affonda verticalmente e profondamente nel terreno, come un lungo cuneo da cui hanno origine le radici secondarie.
  • radice fascicolata, senza un asse principale, costituita da tre o quattro radici più grosse, che si fissano trasversalmente nel terreno. Da queste partono le radici secondarie.

Le grosse radici hanno il compito di fissare e ancorare l'albero al suolo, mentre le radici minori con i loro peli assorbenti provvedono alla nutrizione dell'albero. L'acqua e i sali minerali assorbiti del terreno formano la linfa greggia, che attraverso speciali canali, i vasi legnosi, sale fino alle foglie, dove viene trasformata.

Lo schema qui rappresentato ci insegna a riconoscere i diversi tessuti di una radice giovane.

Da cosa è composto un albero?

Il tronco

Da un punto di vista pratico, il tronco è la parte più importante di un albero, a cui imprime una particolare fisionomia: a partire da due o tre metri dal suolo il tronco sostiene tutto il peso dei rami, che in alcuni casi possono dividersi apparentemente da un solo punto, in altri possono essere inseriti lateralmente, a distanze diverse. In quest'ultimo modo il tronco conserva la sua prerogativa di asse principale fino alla sommità dell'albero.

Se esaminiamo la sezione trasversale di un tronco, o meglidall'esterno all'interno notiamo: o di un giovane ramo, dove i diversi tessuti sono maggiormente differenziati:

  • la corteccia, ricoperta nei rami giovani dell'epidermide, che in seguito viene sostituita, specialmente sul tronco, da strati di sughero più o meno spessi. Questi verso l'esterno si sfaldano e si staccano sottoforma di lembi o di scaglie, come nel platano.
  • il libro, posto sotto alla corteccia e prima del legno, propriamente detto. Nel libro o floema si nota la presenza di canali particolari - detti tubi cibrosi - che servono al trasporto della linfa elaborata.
  • il cambio, o tessuto generatore, la zona vitale che produce all'esterno il libro e all'interno il legno.
  • i fasci libro-legnosi, che sono la riunione di vasi del legno, entro cui scorre la linfa greggia, e vasi del libro, che trasportano la linfa elaborata.
  • il midollo relativamente importante nei fusti giovani, più ridotto negli alberi annosi.

ATTENZIONE: la struttura della radice e del tronco sono quasi uguali, soltanto che nel tronco i fasci del libro e del legno sono sovrapposti, mentre nella radice sono alternati.

Da cosa è composto un albero?

Ogni anno dopo il riposo invernale, la circolazione della linfa riprende e raggiunge la sua massima attività in due diverse epoche: in primavera e in autunno. Ogni anno quindi si formano due strati di legno, uno chiaro e l'altro scuro; perciò contando gli strati scuri si può facilmente calcolare l'età di un albero.

La chioma

La chioma è formata dai rami e dalle ramificazioni secondarie sorrette dal tronco; essa presenta una sagoma caratteristica nei diversi alberi; piramidale, arrotondata, piumosa.

Le foglie

Se si esamina al microscopio la sezione di un lembo fogliare, si possono osservare i tessuti rappresentati nello schema qui di fianco.

Da cosa è composto un albero?

Le foglie sono dei veri laboratori dove si realizza la trasformazione della linfa greggia in linfa elaborata, grazie allo scambio gassoso tra le foglie stesse e l'ambiente. Questi scambi gassosi sono riassunti sommariamente qui sotto:

Respirazione: la respirazione comune a tutti gli esseri viventi, animali e vegetali, si effettua sia di giorno che di notte: la pianta assorbe l'ossigeno ed emette anidride carbonica.

Fotosintesi clorofilliana: la fotosintesi è esclusiva delle piante verdi (che posseggono cioè clorofilla). La pianta assorbe l'anidride carbonica ed emette l'ossigeno. L'ossigeno emesso proviene dall'acqua, sempre presente nei tessuti vegetali; l'anidride carbonica serve per la formazione di sostanza organica. Durante questo processo è indispensabile la presenza della luce, che fornisce l'energia necessaria alla sintesi (da cui il nome fotosintesi).

Traspirazione: la traspirazione è un altra funzione che si compie nelle foglie. La pianta elimina in questo modo l'eccesso di acqua assorbita nelle radici, ma questa volta sottoforma di vapore acqueo.

Tutti questi scambi gassosi , compresa l'emissione di vapore acqueo, avvengono per mezzo di piccole aperture dette stomi particolarmente abbondanti nella pagina inferiore della foglia.

Siccome il riconoscimento delle diverse specie di alberi rappresentati in questo sito è fondato soprattutto sul diverso aspetto e la diversa posizione delle foglie, è opportuno approfondire la conoscenza di questi organi vegetali.

Le diverse parti di una foglia

Le principali parti di una foglia sono:

  • il lembo: lamina sottile e appiattita di colore verde.
  • il picciolo: che sostiene il lembo e ha lunghezza variabile; quando manca completamente al foglia si chiama sessile.
  • la guaina: alla base del picciolo, che serve di attacco al ramo o al fusto.
  • le stipole: piccole lamine verdi disposte alla base del picciolo: spesso le foglie non possiedono stipole; talvolta esse sono trasformate in spine.

Durata delle foglie

Si possono distinguere: le foglie caduche, che compaiono in primavera e cadono nell'autunno dello stesso anno, le foglie persistenti, che non cadono in autunno e durano più anni sul ramo.

Conviene ricordare anche le foglie dette marcescenti che si disseccano in autunno, ma non cadono subito e rimangono sui rami per gran parte dell'inverno, come nel caso del faggio.

Diversi tipi di foglie

Le foglie si dividono in due categorie, le foglie semplici, che hanno il lembo fogliare unico e non diviso e le foglie composte, formate da più parti distinte o foglioline, inserite su un picciolo comune.

ATTENZIONE: una foglia semplice si distingue per la presenza di una gemma o botone sulla sua base. Nelle foglie composte, le singole foglioline non possiedono quest'organo.

Le foglie composte si presentano sotto due aspetti principali: palmate, quando le foglioline si irraggiano tutte da uno stesso punto del picciolo; pennate, quando le foglioline sono disposte da una parte e dall'altra del picciolo principale, quest'ultimo chiamato anche rachide.

Da cosa è composto un albero?

Le singole foglioline possono essere alternate oppure opposte una rispetto all'altra mentre le foglie pennato-composte si differenziano per il numero delle loro foglioline e si chiamano: imparipennate, quando all'estremità del rachide vi è una sola fogliolina; paripennate, quando il rachide termina con due foglioline.

Alcune foglie sono composte doppiamente o triplamente.

I fiori

I fiori hanno un ruolo di primaria importanza: assicurare la riproduzione; essi sono una prerogativa dei vegetali superiori (Fanerogame).

Il nome di Fanerogame, introdotto da Linneo, sta per: 'piante che hanno nozze vistose', modo enfatico per dire che esse producono fiori. In sèguito è stato introdotto il nome equivalente di Spermatofite, che vuol dire: 'piante che producono semi'.

I fiori attirano la nostra attenzione per la loro forma, il loro colore e il loro profumo, come la magnolia, il giglio, la rosa.
Un fiore completo è formato, dall'esterno all'interno, dalle seguenti parti:

  • il peduncolo, che è il sostegno del fiore; quando il peduncolo manca, il fiore si chiama sessile;
  • le brattee, foglie trasformate poste alla base del fiore;
  • il calice, composto dai sepali, organi verdastri, talvolta colorati; se i sepali sono saldati tra di loro, il calice si dice gamosepalo, se sono invece separati, si dice invece dialisepalo;
  • la corolla, composta dai petali, che sono le parti fiorali più vistose, anche la corolla può essere gamopetala o dialipetala;
  • l'androceo, formato dall'insieme degli stami, organi maschili; ciascuno stame è a sua volta formato da un filamento che porta le antere in cui è contenuto il polline;
  • il gineceo, rappresentato dal pistillo, organo femminile. Il pistillo è formato dallo stimma, che serve e raccogliere il polline, dallo stilo e dall'ovario che racchiude gli ovuli, i quali poi si trasformeranno in semi.

Da cosa è composto un albero?

I frutti

Quando è avvenuta la fecondazione, le parti fiorali subiscono qualche trasformazione: alcune cadono, altre si ingrossano e si modificano; l'ovario diviene il frutto propriamente detto , gli ovuli danno origine ai semi; questo di solito nei casi più comuni. A seconda della loro natura, si distinguono diversi tipi di frutti:

Frutti secchi: la parte interna è dura: il frutto secco indeiscente, giunto alla maturazione, non si apre per lasciare uscire i semi. Il tipo più noto è l'achenio, come la ghianda della quercia e la samara dell'acero, mentre il frutto secco deiscente a maturazione si apre spontaneamente. I tipi più importanti sono: la siliqua, il legume o bacello e la capsula.

Frutti carnosi: la loro polpa è molle e carnosa. I semi contenuti all'interno si liberano soltanto quando la polpa viene eliminata o si dissolve. I tipi più importanti sono: la bacca, che contiene entro la polpa diversi semi, (es. acino d'uva); la drupa, che possiede un nocciolo legnoso in cui è contenuto il seme, come la ciliegia, la pesca, ecc. La pera e la mela si considerano falsi frutti, detti pomi.

I semi

Il seme è l'organo derivato dall'ovulo fecondato; posto in buone condizioni di germinazione, il seme si apre e dà origine a un nuovo individuo. Le principali parti di un seme sono: i tegumenti: involucri più o meno duri che proteggono le parti interne, ovvero l'albume, che rappresenta un tessuto di riserva per la plantula, e l'embrione, che è l'abbozzo della futura pianta e possiede in potenza una radichetta, un fusticino e una piumetta.

Condizioni necessarie affinchè un seme germini: prima di tutto il seme deve poter conservare il suo potere germinativo; in secondo luogo devono esserci acqua, aria e calore sufficienti. Il periodo più adatto alla germinazione dei semi è la primavera.