Cosa è una prognosi?

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In clinica, è una previsione sul decorso ed esito di un quadro morboso.

La formulazione della prognosi richiede la conoscenza della natura e della gravità della malattia e la valutazione degli elementi che possono influenzare l’evoluzione morbosa: condizioni generali, costituzione individuale, età, sesso, momenti fisiologici particolari (pubertà, climaterio, gravidanza, allattamento ecc.), eventuali tare organiche, malattie pregresse, possibilità di complicazioni, recidive, associazioni morbose ecc.

Tipologie di prognosi

Si usa distinguere una prognosi immediata, che si riferisce all’evoluzione prossima del quadro morboso in atto, e una prognosi lontana, riguardante l’esito finale.

A seconda della benignità o meno di quest’ultima, la prognosi è detta rispettivamente benigna (o fausta), riservata (cioè che richiede ulteriore osservazione) ed infausta (se si presume che la malattia abbia esito letale).

Il giudizio prognostico può essere riferito alla possibilità di sopravvivenza (prognosi quo ad vitam, ovvero "per ciò che riguarda la vita", espressione usata nella formulazione di prognosi mediche, che fa riferimento alla sola sopravvivenza, senza pronunciarsi in merito al riacquisto della salute o a un recupero funzionale) o a quella della restitutio ad integrum e del recupero funzionale (p. quo ad valetudinem, quo ad functionem).

Quando un medico non ha elementi sufficienti per sciogliere la prognosi (ossia per fare previsioni sull'evoluzione di una malattia) si usa dire che il paziente è in "prognosi riservata".

La parola prògnoṡi (singolare femminile) deriva dal greco πρόγνωσις «previsione», poi «prognosi», derivazione del tema di προγιγνώσικω «conoscere prima, prevedere»; in latino tardo la parola la si incontra come prognōsis.

In varie scienze e tecniche è sinonimo di previsione: per esempio, prognosi del tempo in meteorologia, lo stesso che previsione meteorologica; prognosi dei terremoti in sismologia, lo stesso che previsione dei terremoti.