Differenza tra TAC e risonanza magnetica

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La TAC e la Risonanza Magnetica sono due tecniche diagnostiche per immagini, utili per ottenere delle immagini dettagliate di diverse aree del corpo. La TAC utilizza le radiazioni ionizzanti (raggi X) per ottenere le immagini, con lo svantaggio che tali radiazioni sono nocive per l’organismo. Invece, la Risonanza Magnetica utilizza un campo magnetico, del tutto innocuo per l’uomo.

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La TAC (Tomografia Assiale Computerizzata) è una tecnica diagnostica per immagini utilizzata in radiologia, che sfrutta le radiazioni ionizzanti (raggi X) per ottenere delle immagini tridimensionali di sezioni corporee del paziente.

Nel corso dellaTAC, alcune parti del corpo vengono investite da un fascio di raggi X, dei quali si valuta l’attenuazione a seconda della densità dei tessuti che attraversano. Le immagini che si ottengono da una TAC sono di tipo digitale e, a seconda della densità elettronica dei tessuti, varierà la gradazione di grigio con cui sono rappresentati gli stessi. A densità elettroniche elevate corrispondono gradazioni di grigio più chiare.



La TAC è molto utile nello studio delle strutture scheletriche e per visualizzare gli effetti dei traumi cranici, in cui possono essere presenti emorragie. Inoltre la TAC è molto utilizzata in campo oncologico per indagare quelle aree del corpo difficilmente osservabili con altri metodi, come ad esempio i vasi sanguigni, le strutture interne del cuore e i bronchi. 

Ad eccezione del caso in cui venga iniettato al paziente il liquido di contrasto, la TAC non è un esame invasivo.

Il paziente deve rimanere fermo su di un lettino che scorre avanti e indietro sotto al macchinario che emette i raggi ionizzanti. L’unico svantaggio della TAC è rappresentato dai raggi X, nocivi per l’organismo. Le donne in stato di gravidanza devono sempre far presente al medico la propria condizione e, ove possibile, ricorrere a modalità diagnostiche alternative.

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La risonanza magnetica (RM) è una tecnica diagnostica per immagini che utilizza i campi magnetici, in particolare per ottenere immagini dettagliate del cervello e della colonna vertebrale. La risonanza magnetica non utilizza radiazioni ionizzanti, quindi tale metodo di indagine è del tutto innocuo per l’organismo ed è possibile sottoporsi a più esami ravvicinati nel tempo senza alcun tipo di controindicazione (nel caso in cui venga eseguita senza liquido di contrasto).

L’unico limite imposto dalla risonanza magnetica riguarda i portatori di pace-maker, protesi metalliche o clips vascolari, i quali non possono sottoporsi a questo esame a causa del campo magnetico che andrebbe adinterferire con i suddetti apparecchi.


Un macchinario Toshiba per le risonanze magnetiche.


La risonanza magnetica è utilizzata soprattutto per indagare i processi vascolari e nella diagnosi precoce di tumori o metastasi cerebrali, inoltre, è l’esame di routine per la diagnosi di ernia del disco alla colonna vertebrale.

Uno sviluppo importante della risonanza magnetica è la RM funzionale, in grado di visualizzare i cambiamenti a livello di flusso sanguigno cerebrale in tempo reale e, per questo motivo, è ampiamente utilizzata in ambito scientifico (ad esempio in neuropsicologia) per lo studio delle funzioni cerebrali.

La risonanza magnetica non è una tecnica invasiva per il paziente, il quale viene fatto stendere su un lettino posto tra due poli magnetici e al quale viene richiesto solamente di restare fermo durante lo svolgimento dell’esame.

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SOURCE

LINK (Differenzatra.it)

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ITALIAN